Laocoonte ai Musei Vaticani
Se stai pensando di visitare i Musei Vaticani, preparati ad ammirare un capolavoro che lascia a bocca aperta: il gruppo scultoreo del Laocoonte. È una delle opere più iconiche dell’arte antica, e la sua storia, intrisa di mitologia e mistero, non mancherà di affascinarti.
Chi era Laocoonte?
Laocoonte era un sacerdote troiano. Secondo il mito, fu lui a lanciare l’allarme sull’inganno del cavallo di legno, suggerendo di non fidarsi dei greci. Ma il destino di Laocoonte cambiò tragicamente quando i dèi, che parteggiavano per i greci, inviarono due enormi serpenti marini a uccidere lui e i suoi figli. Ed è proprio questo momento di tensione e disperazione che la scultura cattura in modo magistrale.
Il ritrovamento sensazionale di Laocoonte
Il gruppo scultoreo che raffigura Laocoonte e i suoi figli è stato scoperto nel 1506, sepolto sotto il suolo di Roma. Immagina la scena: Michelangelo stesso fu chiamato a vederla, e si dice che rimase senza parole di fronte alla sua bellezza. Da allora, il Laocoonte è diventato uno dei simboli più potenti dell’arte classica.
Laocoonte: una meraviglia da ammirare ai Musei Vaticani
La scultura si trova oggi all’interno della Sezione Ottagono del Museo Pio-Clementino, una delle tante tappe imperdibili all’interno dei Musei Vaticani. La complessità dei dettagli è straordinaria: i muscoli tesi di Laocoonte, le espressioni angosciate dei figli, e i serpenti che sembrano quasi prendere vita di fronte a te
Cosa rende il Laocoonte così speciale?
Oltre alla sua maestria tecnica, il Laocoonte colpisce per l’intensità emotiva. Guardandolo, puoi quasi sentire il terrore dei protagonisti, il dramma del momento, e ti trovi immerso in una narrazione visiva che ti trasporta direttamente nel cuore della mitologia greca. Se ami l’arte che racconta storie, il Laocoonte non deluderà le tue aspettative.
Laocoonte: il mistero delle parti mancanti
Una piccola curiosità: quando la scultura fu trovata, mancavano alcune parti, tra cui il braccio destro di Laocoonte. Michelangelo pensò che dovesse essere piegato all’indietro, mentre un altro scultore, Baccio Bandinelli, lo ricostruì in estensione. Ecco il colpo di scena: nel 1906, fu scoperto il braccio originale, che confermava l’intuizione di Michelangelo! Oggi, il Laocoonte che vedi è stato restaurato con il braccio ritrovato.
Musei Vaticani mon amour!
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